Eco-ansia, il malessere psicologico causato dal cambiamento climatico

Eco-ansia

L’eco-ansia è un disturbo della salute mentale e del benessere psicologico legato ai cambiamenti climatici. L’ansia climatica è ormai diffusa nella popolazione mondiale, con alcune sostanziali differenze rispetto alla zona del pianeta dove si abita.

I Paesi più colpiti dagli effetti del cambiamento climatico sono quelli in cui i sintomi dell’eco-ansia sono più forti, e nel mondo occidentale i giovani rappresentano la fascia più colpita dal fenomeno.

Ma che cos’è questo fenomeno? Conosciuta anche come ansia climatica, l’eco-ansia è un’eccessiva preoccupazione nei confronti dei cambiamenti climatici che porta a stati depressivi o di eccessiva agitazione.

I soggetti che ne soffrono hanno un’ansia cronica nei confronti del destino del pianeta e guardano con preoccupazione al surriscaldamento globale.

Ogni disastro ambientale accresce la paura, la disperazione e il senso di impotenza di chi soffre di eco ansia, portando a domandarsi in maniera ossessiva quale sarà il destino del pianeta (e dei suoi abitanti).

Le persone affette da ansia climatica sono quindi molto sensibili a discorsi che riguardano il cambiamento climatico, la deforestazione, lo scioglimento dei ghiacciai e l’innalzamento del livello del mare.

Praticare la meditazione, passare più tempo nella natura, fare esercizio fisico e scegliere di informarsi solo da fonti verificate e per pochi minuti al giorno può ridurre gli effetti di questo tipo di ansia. Parlare con terapisti, psicologi e psichiatri può invece aiutare a comprendere l’origine del problema e a contrastarlo in modo efficace.

Chi ha sintomi lievi di eco-ansia potrebbe poi trovare beneficio nel “passare all’azione”, ovvero attuare una serie di cambiamenti nel proprio stile di vita per ridurre l’impatto ambientale e non sentire quei fastidiosi sensi di colpa.

In America esistono dei veri e propri programmi come “Good Grief Network” che, attraverso 10 step, insegnano alle persone a condividere con gli altri le proprie preoccupazioni, per liberarsi del peso dell’ansia climatica.

I tipi di filtraggio nei sistemi di depurazione dell’acqua domestica

tipi di filtraggio acqua

L’acqua che sgorga dai rubinetti non è sempre all’altezza delle aspettative perché, quando lascia gli impianti comunali, potrebbe incontrare sostanze indesiderate all’interno delle tubazioni obsolete degli edifici.

Il filtraggio garantisce la freschezza e leggerezza dell’acqua per il consumo quotidiano direttamente dal rubinetto della propria casa.

Esistono tre diverse tipologie di filtraggio dell’acqua, che lavorano instancabilmente per rimuovere eventuali elementi come cloro, sedimenti, batteri e altri inquinanti insidiosi:
• Microfiltrazione: è il primo mezzo di difesa contro le impurità
• Ultrafiltrazione: ha una precisione elevata nella rimozione di particelle fini
• Osmosi inversa: si rivela l’eccellenza nella depurazione domestica
Il risultato? Un’acqua del rubinetto leggera, gradevole, da bere e per cucinare senza pensieri.

Microfiltrazione: il primo passo

La microfiltrazione rappresenta il primo stadio nel filtraggio acque. Semplice ma efficace, questa tecnica utilizza membrane con pori microscopici fino a 0.1 micron.

Il trattamento dell’acqua con l’ultra-microfiltrazione

Le dimensioni dei pori delle membrane per l’ultra-microfiltrazione oscillano tra 0,01 micron, permettendo di rimuovere una vasta gamma di contaminanti, sfruttando membrane semipermeabili. Offrono un livello di purezza superiore alla microfiltrazione, fino a 10 volte di più.

Osmosi inversa, l’eccellenza nella depurazione

L’osmosi inversa detiene lo scettro dell’eccellenza nella depurazione e nel filtraggio acque. Questa tecnologia avanzata sfrutta la pressione per forzare l’acqua attraverso una membrana semi-permeabile, ottenendo:

  • Un’acqua praticamente priva di impurità;
  • Rimozione di ioni disciolti;
  • Eliminazione di eventuali contaminanti molecolari

Acqualife si distingue come leader di mercato per i depuratori d’acqua domestici. Con la sua gamma di impianti di filtraggio dell’acqua all’avanguardia e filtri per acqua potabile di alta qualità, il brand offre soluzioni complete per garantire un’acqua leggera e fresca direttamente dal rubinetto di casa.

Quanto sono inquinati i mari italiani?

mari inquinati in italia

Le Nazioni Unite hanno dichiarato gli anni 2021-2030 come il ”Decennio delle scienze del mare per lo sviluppo sostenibile” poiché l’inquinamento dell’acqua dei mari è un problema globale.

L’inquinamento marino in Italia è causato generalmente dagli scarichi fognari e dal loro malfunzionamento, colpevole di trasportare sostanze antropiche, come la plastica.

Se non smaltita correttamente, rappresenta uno dei materiali più inquinanti sul pianeta, i cui quantitativi dispersi nell’ambiente hanno raggiunto dei livelli allarmanti.

Questo perché con il passare del tempo la plastica si degrada, dando origine a microplastiche invisibili a occhio nudo. Ecco perché un’acqua limpida e cristallina non sempre è sintomo di pulizia.

A seguito del bilancio finale di Goletta Verde, campagna di Legambiente per difendere e monitorare i mari, nel 2024 su 394 punti campionati, il 36 % è stato definito “oltre il limite” con il giudizio di fortemente inquinato.

Nei mari esiste un punto inquinato ogni 76 km di costa. Le foci dei fiumi, canali e corsi d’acqua si confermano i punti più critici.

l'inquinamento delle foci dei fiumi

Questi dati fanno riferimento a una scarsa o assente depurazione e non vanno assolutamente a interferire sulla balneabilità che viene invece gestita dagli enti di competenza.

L’iniziativa “Il decennio delle scienze del mare per lo sviluppo sostenibile” attraverso un programma comune di ricerca e innovazione tecnologica per contrastare l’inquinamento dell’acqua cercherà di raggiungere 7 obiettivi per i mari:

  • Oceani puliti
  • Acque protette e sane
  • Monitoraggio costante delle condizioni oceaniche
  • Sicurezza per le persone
  • Sostenibilità per garantire la fornitura di cibo
  • Oceani trasparenti per avere accesso a tutti i dati
  • Mari che ispirano e coinvolgono

I mari, infatti, sono destinati a diventare la settima fonte per l’economia, mentre le acque contribuiscono alla regolazione del clima e sono fonte di sostentamento per miliardi di persone.
Tutti, nel nostro piccolo, possiamo fare azioni che aiutino a diminuire l’inquinamento, come il corretto smaltimento dei rifiuti.

Evitare di introdurre negli scarichi dei lavandini di casa olio o altri elementi inquinanti è cruciale. E ancora di più ridurre o eliminare il consumo di plastica.

Al giorno d’oggi esistono moltissime iniziative portate avanti da associazioni che mirano a ridurre l’impatto delle bottigliette di plastica sugli oceani.

Una bottiglia in PET può durare anche 450 anni nell’ambiente, mentre la plastica espansa anche più di 50 anni.

la bottiglia di plastica e l'inquinamento

I tessuti sostenibili, quali sono i più indicati per il tuo abbigliamento green

abbigliamento green ecosostenibile

Esistono tantissimi tessuti sostenibili ed eco fibre che rendono l’abbigliamento green e non impattano sull’ambiente, né durante il loro ciclo di produzione, né a fine vita.

Il bisogno dei consumatori di acquistare tantissimi capi a costi irrisori, spinge le aziende del Fast Fashion a utilizzare fibre tessili chimiche che, a fine vita, non riescono a essere smaltite correttamente.
Per i tessuti green le materie prima di partenza vengono coltivate (quando si parla di tessuti naturali), oppure prodotte in laboratorio.

Durante le fasi di produzione, sono poi trattate per essere più resistenti o avere determinate proprietà elastiche o traspiranti. La filiera deve inoltre tutelare il pianeta evitando l’impiego di pesticidi e sostanze chimiche in fase di coltivazione.

Ecco una lista dei tessuti e fibre sostenibili utilizzati per produrre abbigliamento green e impattare il meno possibile sugli ecosistemi.

Canapa biologica : “Beve” poca acqua e la sua resistenza permette di non impiegare pesticidi. È un tessuto anallergico e leggero.
Cotone organico : il cotone fa parte dei tessuti ecologici solo quando proviene da agricoltura organica e rispetta il GOTS.
Cotone riciclato: si ottiene riqualificando i rifiuti post industriali, impiegando meno energia e acqua rispetto alla produzione di primo impianto.
Lana ecologica: fibra naturale e biodegradabile, deve provenire da una filiera certificata da enti come il Responsible Wool, oppure essere riciclata.

Lana ecologica
Lino: prodotto dall’omonima pianta, viene coltivata impiegando molte meno risorse rispetto al comune cotone.
Lyocell: tessuto sostenibili che si ottiene con un processo di produzione green da rayon-viscosa attraverso la lavorazione di pasta di legno di eucalipto, proveniente da foreste certificate.
Piñatex: prodotto da scarti dell’ananas e impiegato oggi nelle collezioni di colossi dell’abbigliamento come & Other Stories e H&M.
Econyl: il Nylon può essere riciclato all’infinito dando vita a materiali come questo.
Orange Fiber: Si possono ottenere tessuti ecologici anche dagli scarti dell’industria alimentare, come dai residui di arance utilizzate per produrre succhi di frutta e profumi.
Newcell Fiber: Si tratta di una polpa ottenuta dalla lavorazione di elementi con alta percentuale di cellulosa, che viene introdotta nella produzione dei filati senza l’aggiunta di nessuna sostanza chimica.

Orange fiber

Oltre a quelle appena citate, esistono tantissime eco fibre su cui si sta sperimentando. Come quelle ottenute dai funghi, dalla vinaccia, dagli scarti delle mele, dai carapaci dei crostacei e dagli zuccheri del mais.

L’abbigliamento green, impiegando questi tessuti sostenibili, diventerà sempre più comune, impattando sempre meno sugli ecosistemi terrestri e tutelandone la biodiversità.

Come pulire le bottiglie di vetro quando si utilizza un purificatore d’acqua

Come lavare le bottiglie di vetro di Acqualife

Chi possiede un depuratore domestico sa che bere acqua di qualità è importante, così come pulire correttamente le bottiglie di vetro che la contengono.

Per tutelare la salute di tutta la famiglia e rispettare l’ambiente, è fondamentale pulire questi contenitori senza inquinare.

Chi li utilizza ogni giorno, infatti, dovrà preoccuparsi di lavarli quotidianamente, seguendo una routine che preveda almeno un risciacquo con acqua calda e una piccola dose di detersivo.

In linea generale, è sconsigliato mantenere l’acqua del rubinetto in bottiglia per più di due giorni senza procedere con il suo lavaggio.

L’aceto è un alleato della pulizia e aiuta a togliere gli odori più ostinati dalle bottiglie di vetro. Basta versarlo all’interno, tappare e agitare, inserendo anche del succo di limone per amplificarne l’effetto.

Per lo sporco più ostinato si dovrà lasciare agire tutta la notte, per poi sciacquare bene la bottiglia e farla asciugare a testa in giù, posizionandola su una griglia.

La combinazione di limone, aceto e riso crudo è un rimedio della nonna che consente di togliere odori sgradevoli, mentre il lavaggio con acqua e bicarbonato è consigliatissimo per pulire bene le bottiglie di vetro.

 

Un altro stratagemma consiste nel far bollire i contenitori di vetro inutilizzati, poiché al loro interno potrebbero accumularsi delle importanti cariche batteriche.

In alternativa anche l’ipoclorito di sodio è efficace per disinfettare le bottiglie di vetro.

I passaggi fondamentali per la pulizia sono:

  • Riempire la bottiglia di vetro di acqua calda
  • Aggiungere aceto per un risultato naturale o, in alternativa, del detersivo
  • Chiudere la bottiglia
  • Agitare con vigore
  • Rimuovere il contenuto dalla bottiglia
  • Pulire con attenzione la scanalatura della chiusura e anche il tappo
  • Lasciare la bottiglia capovolta in modo che si asciughi più rapidamente

Anche il tappo deve essere pulito con attenzione. Meglio evitare di inserirlo in lavastoviglie, procedendo con un panno delicato, specialmente se è in acciaio.

In questo caso, meglio immergerlo per qualche minuto in una soluzione di acqua e sapone, per poi sciacquarlo a dovere.

Alkipaper è il nuovo materiale che sostituisce la plastica

Biocompositi green

Sul mercato si trovano sempre più alternative alla plastica. Tra queste c’è Alkipaper, un materiale ideato per essere compostabile, biodegradabile e sostenibile che nasce da un processo di economia circolare, direttamente dai residui di produzione industriale cartotecnica.

Grazie a questa nuova green technology sviluppata da Alkivio Ssrl Società Benefit e startup dalla multinazionale Novacart SpA in collaborazione con l’Istituto Italiano di Tecnologia, saranno risparmiate all’ambiente tonnellate di polimeri di origine fossile.

Alkipaper è ricavato dai residui della produzione della carta. Può essere colorato ed è in grado di sostituire completamente la plastica con numerose applicazioni.

Dal mondo del packaging all’agricoltura, passando al design e allo sport, anche i settori delle costruzioni, della cosmetica, dell’animal care e tanti altri ne potranno giovare. La sua produzione è molto semplice.

I residui della lavorazione della carta vengono trasformati in granuli (pellet) pronti per rifornire di materia prima le aziende che producono oggetti in plastica.

granuli di carta in sostituzione alla plastica

Il materiale sviluppato per essere compostabile, biodegradabile e sostenibile che prende il nome di Alkipaper può essere impiegato nei processi di stampa a iniezione, estrusione, termoformatura, soffiaggio e stampa 3D. Il vantaggio? È compatibile con gli impianti già esistenti e quindi utilizzabile a livello universale.

La startup Alkivio ha realizzato oltre 90 diverse formulazioni con caratteristiche meccaniche e fisiche differenti, per adattarsi alle esigenze di molteplici aziende produttrici.

Nato grazie alla ricerca nel campo delle green technology, questo materiale fa da apripista verso un nuovo modello produttivo.

L’economia circolare sarà infatti sempre più al centro delle politiche industriali, per creare alternative alla plastica che possano fare del bene al pianeta e raggiungere gli obiettivi dettati dall’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile.

Quali sono gli utilizzi dell’acqua ozonizzata?

acqua con ozono per tanti utilizzi

L’acqua ozonizzata si forma iniettando ozono nell’acqua, un gas incolore a bassa intensità. Si tratta di un liquido dall’alto potere ossidante, tanto da diventare un potente disinfettante destinato a molteplici utilizzi.

Da diversi decenni il sanificatore all’ozono viene usato per purificare aria, acqua e persino nelle terapie idropiniche termali, poiché all’acqua ozonizzata è riconosciuto il ruolo del più potente virucida e battericida.

Nel campo alimentare l’acqua ozonizzata è impiegata sia nella lavorazione che nel confezionamento e nel lavaggio di prodotti come frutta, pesce, carne e verdura, arrivando a migliorarne la conservazione e la qualità.

L’acqua ozonizzata è ampiamente utilizzata anche in campo medico, per disinfettare lesioni cutanee e trova un largo uso anche in ambito odontoiatrico.

Uno degli utilizzi più rivoluzionari dell’acqua ozonizzata è sicuramente quello dell’igienizzazione durante i lavaggi in lavatrice. É possibile infatti utilizzare questo liquido per ottenere capi perfettamente puliti e sanificati.

Data la composizione sana e pura dell’acqua ozonizzata, questa risulta particolarmente utile quando viene utilizzata in diverse situazioni, per esempio:

  • Per igienizzare superfici e ambienti di ogni tipo;
  • Lavare e conservare gli alimenti, prevenendone il deperimento e allungandone la conservazione;
  • Disinfettare le ferite degli animali, previa consultazione del proprio veterinario.
  • Proteggere e migliorare lo stato dei capelli danneggiati da trattamenti frequenti o dal calore del phon;
  • Per pulire il viso
  • Eliminare batteri e germi che si depositano sulla pelle
  • Previenire la formazione dei brufoli
  • Disinfettare la bocca e per l’igiene orale

La migliore acqua per gli animali domestici, quale proporre.

acqua per gli animali domestici

Quali sono gli alimenti ideali per mantenere gatti e cani in salute? Sicuramente l’acqua del rubinetto è la migliore scelta per gli animali domestici, specialmentre se reso ancora più leggero con un depuratore d’acqua domestico.
Un cane adulto ha la necessità di bere all’incirca 50/60 ml di acqua per chilogrammo di peso. In media, se il vostro piccolo amico peloso pesa 10kg dovrà bere all’incirca 500ml: ovviamente la quantità può variare dal fisico, taglia, gravidanza ed età.

Approssimativamente un gatto di media grandezza dovrà bere dai 25 ai 30ml di acqua per chilo corporeo, un gatto di 5kg dovrà bere intorno ai 150ml.

L’acqua ideale per gatti e cani è quella che il loro corpo ritiene buona e che si presenta inodore e dall’ottimo sapore.

Inoltre, a seconda del residuo fisso, il liquido può risultare più o meno amaro e infastidire le papille gustative degli animali domestici.

Un altro parametro da considerare quando si sceglie la miglior acqua per gli animali domestici è la durezza, determinata dalla concentrazione di magnesio e calcio.

Con un purificatore domestico a osmosi inversa si può offrire un acqua ideale e leggera per tutta la famiglia, amici a quattro zampe compresi.

L’acqua del rubinetto diventa così ideale per gatti e cani, da versare nelle ciotole e impiegare quando si preparano i loro pasti.

L’acqua leggera, infatti, ha la capacità di migliorare il sapore degli alimenti, poiché non porta con sé cattivi odori ed è perfettamente limpida e trasparente.

L’importanza della manutenzione del depuratore d’acqua domestico

I purificatori d’acqua sono dispositivi tecnologici che devono essere mantenuti in perfetta salute per garantire il coretto funzionamento di tutte le loro parti.

Ecco perché la manutenzione del depuratore è un elemento da non sottovalutare fin dal momento dell’acquisto del dispositivo, per garantire l’assunzione di un’acqua di qualità.

I migliori purificatori, infatti, non sono quelli perfetti solo dal punto di vista tecnologico, ma anche quelli che godono del miglior servizio di assistenza a seguito dell’acquisto e dell’installazione.

Grazie all’esperienza degli installatori professionisti che collaborano con Acqualife, il supporto è garantito anche nella fase post-vendita, grazie a cicli di manutenzione ordinaria e straordinaria.

Ecco le fasi più importanti della manutenzione ordinaria, operate da professionisti formati e sempre aggiornati:

  • Controllo della qualità dell’acqua;
  • Sanificazione tramite acqua con ozono;
  • Pulizia e igienizzazione del beverino d’erogazione;
  • Sostituzione del filtro;
  • Regolazione dei parametri e degli allarmi;
  • Verifica finale dell’impianto e test dell’acqua.

L’operazione iniziale è il controllo della leggerezza e della qualità dell’acqua, attraverso l’analisi del residuo fisso e la regolazione della salinità.

Dopo un check sulla pressione di esercizio dell’impianto e su quella di scarico, si passa poi alla sanificazione dell’impianto, attraverso acqua ozonizzata prodotta da un apposito ozonizzatore che viene collegato alla macchina.

Con questo processo viene abbattuta completamente ogni traccia di batteri, grazie a un’igienizzazione naturale applicata in ogni singola parte dell’impianto.

Una volta pulito in profondità, il depuratore verrà sottoposto alla sostituzione dei filtri, dotati di una capacità di depurazione che varia a seconda dei modelli.

Per concludere la manutenzione ordinaria, verrà svolto un test dell’acqua per verificare che tutti i parametri siano corretti.

L’esperienza degli esperti di Acqualife, unita ai frequenti corsi di aggiornamento, permette di operare con la massima competenza e professionalità e di garantire una tempestiva assistenza per ogni tipologia di impianto di depurazione, sia domestico che aziendale.

Come togliere il calcare in modo naturale dalle superfici

Il nemico numero uno per le tubature di casa e gli elettrodomestici è da sempre il calcare. Ecco perché è molto importante conoscere i metodi per ridurne la formazione o per eliminarlo in caso di accumulo, prevenendo usura e interventi di manutenzione straordinaria.

Esistono diversi rimedi naturali contro il calcare, basati sull’utilizzo di questi prodotti:

  • aceto bianco
  • bicarbonato
  • limone
  • cetriolo

Questi prodotti sia usati singolarmente, sia in coppia, creano la miscela perfetta per eliminare incrostazioni calcaree in casa.

Un metodo molto efficace, può essere quello di realizzare una miscela con:

  • 3 cucchiai di bicarbonato di sodio
  • 1 cucchiaio di aceto caldo

Mescolare fino a che non si forma una pasta densa e applicarla anche con le mani su soffione della doccia e rubinetterie, lasciando agire per almeno 2 ore. Trascorso questo tempo, risciacquare con acqua tiepida per un risultato eccellente.

Un altro rimedio naturale da provare è il limone, dalle proprietà igienizzanti e sgrassanti. Il consiglio è di inumidire la superficie da trattare, strofinare mezzo limone e lasciarlo agire per un quarto d’ora. Successivamente si dovrà applicare un cucchiaio di bicarbonato con una spugna umida sulla zona da trattare. Infine sciacquare e asciugare bene.

Ma come eliminare il calcare dai vetri della doccia? Semplicemente utilizzando 150 grammi di acido citrico e un 1 litro di acqua, versando la miscela in uno spruzzino. Agitare la soluzione energicamente e nebulizzare sul vetro, lasciando agire qualche secondo e passando uno straccio.

Eliminare il calcare dal vetro

L’utilizzo frequente dei rubinetti e del lavello della cucina, porta inevitabilmente alla formazione di ingenti quantità di calcare, se l’acqua delle tubature è dura. Per liberare le tubazioni è necessario combinare bicarbonato e limone, creando una miscela acida all’interno di un recipiente d’acqua.

L’effetto che si otterrà è doppio, dato che da un lato si elimineranno le formazioni di carbonato di calcio, dall’altro l’acciaio Inox di rubinetti e lavelli acquisterà di nuovo lucentezza. Nel caso in cui si debbano pulire le bocche dei miscelatori, sarà possibile smontarli e riporli all’interno della soluzione per alcune ore.

Per eliminare il calcare dai fornelli invece, consigliamo l’utilizzo del cetriolo. Basterà tagliare una fetta, strofinarla sul piano cottura, lasciarla agire per qualche minuto e asciugare i fornelli di casa con un panno pulito.

Per eliminare completamente il problema del calcare, Acqualife consiglia l’addolcitore domestico che, collegato all’impianto idrico della casa, diminuisce la durezza dell’acqua, risolvendo il problema definitivamente.