Acqua ozonizzata al posto dell’ammorbidente naturale, i vantaggi

Un ammorbidente naturale può essere una valida alternativa ai prodotti chimici impiegati nei lavaggi in lavatrice, ottenendo allo stesso modo un bucato perfetto.

Questo prodotto, infatti, agisce sulle fibre tessili durante il ciclo in lavatrice, rendendo gli abiti particolarmente morbidi.

Per avere un risparmio economico ed evitare l’acquisto di questo prodotto naturale, limitando al contempo l’utilizzo di prodotti chimici, la soluzione è quella di installare un ozonizzatore domestico.

L’acqua, a cui si aggiunge l’ozono, infatti non lascia traccia nello scarico e viene immessa direttamente nel cestello attraverso un processo naturale.

In questo modo l’acqua di lavaggio acquisisce proprietà altamente igienizzanti, sprigionando ossigeno attivo a contatto con i capi.

L’azione dell’acqua ozonizzata è efficace anche a basse temperature, offrendo la possibilità di scegliere programmi per i panni delicati, tutelando i capi nel tempo.

Anche i cicli possono essere brevi (30 minuti al massimo) e consentire il lavaggio di bianchi e colorati insieme senza nessun rischio.

L’acqua ozonizzata è particolarmente indicata anche per questi tessuti particolari.

Microfibra

Materiale sintetico, utilizzato per la realizzazione dei capi di abbigliamento tecnico e sportivo.

La microfibra ha un’alta capacità traspirante, grazie alla quale intrappola il sudore e la polvere.

Applicare un ammorbidente normale può creare una patina che riduce le proprietà delle fibre, mentre utilizzando l’acqua ozonizzata ciò non avviene.

Cashmere

Un tessuto di lana naturale, particolarmente delicato per cui di soli

to si consiglia di effettuare un lavaggio a mano e in acqua tiepida. Utilizzando le proprietà dell’ozono si riesce a rispettare la delicatezza di questo tessuto, con la sicurezza di un lavaggio profondo.

tessuti delicati

Tessuti idrorepellenti

Con questi ultimi è sconsigliabile l’impiego di un ammorbidente. La sostanza potrebbe cambiare le proprietà delle fibre, ideate per respingere l’acqua.

Grazie all’ossigeno attivo, è invece possibile ottenere una pulizia profonda senza conseguenze.

L’ozonizzatore per lavatrice Igenial riduce il consumo di detergenti chimici e viene posizionato vicino alla lavatrice per entrare in azione a ogni lavaggio.

Scoprilo nella sezione Acqualife – Altri prodotti dell’app.

ozonizzatore domestico

 

Il ciclo dell’acqua, quando la natura è straordinaria

come avviene il ciclo dell'acqua

Il ciclo dell’acqua permette a questo liquido vitale di rinnovarsi sulla Terra in 4 frasi: evaporazione, condensazione, precipitazione e infiltrazione.

Il primo passo è l’evaporazione dell’acqua

Il ciclo dell’acqua parte da quella presente nel mare, nei fiumi, nelle piante e negli gli esseri viventi. Subendo un processo di riscaldamento che parte direttamente dai raggi del sole, l’acqua cambia il suo stato in gassoso, diventando un leggero vapore che sale verso il cielo e si accumula nell’amosfera.

La condensazione dell’acqua crea vapore acqueo

A questo punto, avviene la fase della condensazione. Il vapore acqueo, arrivato a un’altezza in cui le temperature sono molto basse, si raffredda e torna allo stato liquido. Si formano così un insieme di gocce che vanno a creare le nuvole.

la condensazione dell'acqua

Le nuvole scatenano la pioggia

Il passaggio successivo viene detto precipitazione e avviene quando le nuvole sono ormai grandi e pesanti a causa del grande accumulo di acqua, che si riversa sulla terra sotto forma di pioggia.

La pioggia si deposita e si infiltra sulla terra, ripetendo il ciclo dell’acqua

Infine, l’ultima fase viene detta dell’infiltrazione. L’acqua che cade sulla Terra va a depositarsi nei mari, nei laghi oppure nei fiumi, pronta per ricominciare il ciclo di nuovo.

Una gran parte di pioggia finisce infatti a contatto con il terreno e riesce a infiltrarsi in profondità. In questo modo, questa porzione d’acqua alimenta le falde acquifere presenti nel sottosuolo.

È davvero straordinario comprendere come il nostro pianeta sia capace di riprodurre acqua in modo naturale, senza aver bisogno dell’intervento umano.

Mantenere la terra in salute, dunque, è una priorità per far sì che i processi vitali come il ciclo dell’acqua continuino a essere regolari.

Poesie e filastrocche sull’acqua

All’interno delle scuole o nelle attività extra scolastiche l’acqua è un elemento interessante da studiare e conoscere.

Esistono anche numerose poesie e filastrocche che servono sempre di più a far avvicinare anche i bambini a questo elemento puro e limpido. Qui le più celebri.

Scende la pioggia la guardo e mi rispecchio… Attendo il ciclo dell’acqua per il suo uso perfetto.
Vanessa Conti

Sboccia un fiore in un prato fiorito, con l’acqua ti annaffio e rimango stupito!
Vanessa Conti

Se vi è una magia su questo pianeta, è contenuta nell’acqua.
Loren Eiseley

la poesia sull'acqua

La tua mente è come quest’acqua, amico mio: quando viene agitata diventa difficile vedere, ma se le permetti di calmarsi la risposta ti appare chiara.
Dal film kung Fu Panda

Acqua di monte,
acqua di fonte,
acqua piovana,
acqua sovrana,
acqua che odo,
acqua che lodo,
acqua che squilli,
acqua che brilli,
acqua che canti e piangi,
acqua che ridi e muggi.
Tu sei la vita e sempre sempre fuggi.
Acqua di Gabriele D’annunzio

Acqua, dolce acqua,
che scorri nei ruscelli e nei fiumi,
che doni vita a ogni creatura,
e che nei nostri corpi fluisce.
Per i bambini sei un gioco,
che spruzzi e che schizzi,
che rinfresca e che ristora,
e che fa felici i loro visi.
Con te si fanno le bolle,
si lavano i giocattoli,
si innaffiano i fiori,
e si rinfrescano gli stanchi pettioli.
Acqua, tu sei un tesoro,
che va rispettato e preservato,
perché senza di te non ci sarebbe vita,
e il mondo sarebbe spoglio e privato.
Bambini, amate l’acqua,
e usatela con saggezza,
perché solo così potrete godere
della sua bellezza e della sua dolcezza.
Acqua dolce Acqua di Alison Iacchini

Le filastrocche sull'acqua

Più ci saranno gocce d’acqua pulita, più il mondo risplenderà di bellezza.
Madre Teresa di Calcutta

E la canzone dell’acqua
è una cosa eterna.
È la linfa profonda
che fa maturare i campi.
È sangue di poeti
che lasciano smarrire
le loro anime neri sentieri
della natura.
Che armonia spande
sgorgando dalla roccia!
Si abbandona agli uomini
con le sue dolci cadenze
Il mattino è chiaro.
I focolari fumano
e il fiumi sono braccia
che alzano la nebbia.
Ascoltate i romances
dell’acqua tra i pioppi.
Sono uccelli senz’ala
sperduti nell’erba!
Gli alberi che cantano
si spezzano e seccano.
E diventano pianure
le montagne serene.
Ma la canzone dell’acqua
è una cosa eterna.
Mattino di Federico Garcia Lorca

Favola rossa, favola blu, l’acqua colorata bevila tu!
Vanessa Conti

la ros sull’

la rosa sull’acqua

Quale plastica è riciclabile?

quale plastica è ricilabile

Smaltire correttamente gli oggetti e i packaging esausti è fondamentale per salvaguardare l’ambiente e permettere di riciclare correttamente i materiali.

Ecco una guida semplice per orientarsi a casa e conoscere i simboli del riciclo plastica.

Chi pensa che tutta la plastica sia riciclabile dovrà ricredersi, infatti non tutta può essere inserita a cuor leggero nel cestino della raccolta differenziata.

Corepla ha stilato una classifica degli oggetti in plastica riciclabile che possono essere gettati nella raccolta differenziata.
Ecco i principali:

  • Bicchieri monouso
  • Blister e involucri sagomati
  • Bottigliette in PET
  • Bottiglie di olio
  • Buste di patatine, pasta, caramelle, surgelati e verdure
  • Barattolini di yogurt, salse e creme
  • Pellicole di plastica
  • Flaconi di detersivi e dispenser
  • Pluriball e chips in polistirolo
  • Reti per frutta e verdura
  • Sacchi per alimenti animali
  • Vasi per fiori
  • Vaschette per alimenti

La plastica biodegradabile e compostabile non deve essere inserita nella raccolta differenziata dei polimeri sintetici, ma va gettata nel cestino dei rifiuti organici.

sacchetto biodegradabile- compatibile

Ci sono poi altri oggetti che non possono stare insieme alla plastica riciclabile, ma che vanno inseriti nell’indifferenziata:

  • Bacinelle
  • Barattoli
  • Cancelleria
  • Cartelline in plastica
  • CD e DVD
  • Piccoli elettrodomestici
  • Guanti, mascherine e dispositivi medicali
  • Occhiali
  • Palloni
  • Pannolini
  • Penne ed evidenziatori
  • Tubi per l’irrigazione del giardino
  • Vasi

Andando più a fondo, è importante conoscere anche quali sono le tipologie di polimeri sintetici che possono dare vita a nuovi oggetti e quali no.

Ogni diverso materiale plastico è compreso in una classificazione stilata dalla SPI (Society of Plastics Industry) con un numero che va da 1 a 7.

la nuova vita della plastica

La plastica riciclabile è compresa dall’1 al 6, mentre con il 7 si indica quella che non può essere assolutamente gettata nella raccolta differenziata.

Per aiutare i consumatori con la raccolta differenziata, il Dlgs del 3 settembre 2020 ha reso obbligatoria la cosiddetta “etichettatura ambientale”.

Si tratta di un sistema universale che impone alle aziende produttrici di esporre in modo chiaro i materiali con cui gli imballaggi sono prodotti.
Le informazioni necessarie sono:

  • Tipologia di imballo
  • Sigla del materiale (PVC, PET ecc)
  • Indicazioni sulla raccolta differenziata

Quando si è indecisi sulla plastica riciclabile, è quindi bene cercare l’etichetta e individuare un simbolo triangolare composto da tre frecce (il classico triangolino del riciclo detto anche “ciclo di Möbius”).

Al suo interno sarà indicato il codice SPI, se c’è solamente il numero 7, in definitiva, dovrà stare alla larga dal bidone della raccolta differenziata.

codici spi per individuare la classificazione della plastica

Fast fashion: la moda usa e getta degli ultimi anni

Tra i settori chiave per un cambiamento sostenibile, quello della moda gioca un ruolo fondamentale.

Specialmente a causa dell’ascesa del fast fashion. Una tendenza che ha raddoppiato la quantità di capi prodotti, abbassandone la qualità e riducendone i tempi di vita utili.

Un meccanismo dall’impatto ambientale negativo che genera tonnellate di rifiuti, composti per lo più da tessuti sintetici che rilasciano nell’ambiente dannose microplastiche.

Con il termine fast fashion si definisce infatti la tendenza della “moda usa e getta” con cui vengono prodotti tantissimi capi con tessuti sintetici di bassa qualità.

Questo meccanismo permette di acquistare vestiti a prezzi più bassi, aumentandone quindi la quantità, ma indossandoli per un tempo più breve rispetto a quelli realizzati con materiali di qualità.

Secondo i dati della Ellen Mc Arthur Foundation con il boom del fast fashion tra il 2000 e il 2015 il numero di abiti prodotti a livello globale è pressoché raddoppiato.

La filiera produttiva impiega numerose risorse come fibre artificiali ricavate dagli idrocarburi e quantità ingenti di anidride carbonica che vengono disperse nell’ambiente.

Anche nel suo fine vita il fast fashion si dimostra poco sostenibile, il 73% dei tessuti finiscono in discarica, al ritmo di un camion pieno al secondo.

Altre stime provenienti dagli USA raccontano di come l’inquinamento da microplastiche degli oceani sia dovuto al 90% proprio dai tessuti sintetici.

Non solo quelli gettati a fine vita, ma anche dai capi ancora in possesso dei consumatori, regolarmente lavati in lavatrice.

I tessuti sintetici, infatti, durante i cicli in acqua rilasciano microplastiche. Queste, attraverso gli scarichi, vanno a finire nei fiumi e nel mare, alimentando l’inquinamento plastico.

La legge SalvaMare, approvata il 9 novembre 2021 dal Senato della Repubblica, detta alcune importanti disposizioni per diminuire l’impatto ambientale del fast fashion.

Tra i suoi articoli, contiene infatti degli obblighi per sensibilizzare i consumatori verso il problema dei tessuti sintetici.

L’articolo 12 riporta delle indicazioni sui prodotti tessili e sulle microfibre, definite come “particelle sintetiche di forma fibrosa, dalle dimensioni inferiori ai cinque millimetri”.

A partire dal 30 giugno 2022, qualsiasi prodotto tessile che rilasci microfibre durante il lavaggio, riporta obbligatoriamente sull’etichetta delle note ben precise a seconda che sia previsto:

  • Lavaggio a mano
  • Lavaggio a secco

La dicitura citata nella legge SalvaMare recita: “Questo prodotto rilascia microfibre ad ogni lavaggio contribuendo all’inquinamento da plastiche del mare. Si consiglia il lavaggio (a mano/a secco) per ridurre il rilascio”.

I capi che possono essere puliti in maniera tradizionale riporteranno solamente la prima frase, senza nessun consiglio sul lavaggio.

Con l’entrata in vigore ufficiale della Legge SalvaMare, la prevenzione dell’abbandono di rifiuti in corsi d’acqua, laghi e mari, insieme alla gestione di rifiuti pescati e all’attivazione di campagne di pulizia, si possono ridurre gli effetti inquinanti dei tessuti sintetici.

7 errori di lavaggio quando si lava il bucato in lavatrice

Lavare in lavatrice, può portare dei danni permanenti al bucato se non si conoscono i modi giusti per farlo. Scopri i 7 errori di lavaggio più comuni e come evitarli.

Non pulire mai la lavatrice

Il cestello e le guarnizioni in gomma accumulano sporco e calcare, diminuendo il livello di igiene e rischiando di sporcare biancheria e vestiti.

È quindi fondamentale procedere regolarmente con la pulizia delle componenti interne, facendo in modo che l’elettrodomestico si mantenga sempre igienizzato.

Bianchi e colorati insieme

Per velocizzare i lavaggi spesso si uniscono bianchi e colorati insieme, ma il rischio è quello di veder scolorite le fibre più scure e macchiati i capi delicati.

Infatti alcune fibre, soprattutto se sono ai primi lavaggi, possono rilasciare il colore andando a insidiarsi nei tessuti di un altro capo e fissandosi con il calore.

Ecco perché spesso ci troviamo magliette che da bianche sono diventate rosa o blu o rosse.

Con un ozonizzatore domestico Igenial il problema è risolto, poiché si possono lavare bianchi e colorati insieme alla temperatura massima di 30° e con cicli brevi di 30 minuti.

Distinguere i tessuti

Avete mai aperto l’oblò della lavatrice trovando un maglione che dalla taglia L è diventato una S?

Questo succede se all’interno della lavatrice vengono inseriti indumenti realizzati con tessuti delicati.

Ogni materiale ha il proprio lavaggio consigliato: esistono fibre che sopportano molto di più le alte temperature e altri tessuti che invece si rovinano se sottoposti a troppo calore.

Un esempio? La lana.

Eccedere con il detersivo

Sembra quasi un controsenso, ma l’equazione “più detersivo uguale più pulito” non è affatto corretta.

Se si inserisce una percentuale troppo elevata di sapone rispetto al carico della lavatrice si produrrà troppa schiuma che finirà per macchiare e lasciare dei piccoli segni bianchi sui vestiti.

eccedere con il detersivo

Caricare troppo la lavatrice

Ogni modello di elettrodomestico ha una quantità massima di kg che può contenere. Rappresenta il limite di carico con il quale è garantito un lavaggio in lavatrice veramente efficace.

Un eccesso di panni, infatti, può rendere la pulizia difficoltosa o addirittura causare delle fuoriuscite d’acqua dalle guarnizioni e sforzare eccessivamente il motore durante la centrifuga.

Non tenere in considerazione la qualità dell’acqua

La componente acqua è di primaria importanza per lavare in lavatrice e influisce sull’aspetto del bucato.

In presenza di troppo calcio e sali minerali, ovvero di un’acqua dura ricca di calcare, si potrebbe osservare una patina opaca sui tessuti oppure percepire cattivo odore.

Non scegliere un ozonizzatore domestico

Più che un errore è davvero un peccato. Dispositivi tecnologici come l’ozonizzatore domestico sono di facile e rapida installazione (non richiedono opere murarie ma solo personale qualificato) e portano dei notevoli benefici e riducono gli errori di lavaggio, sicuramente i 6 elencati prima.

Per saperne di più scopri l’ozonizzatore domestico Igenial all’interno dell’app.

Come avere acqua frizzante direttamente dal rubinetto della propria cucina

Ottenere acqua frizzante direttamente dal rubinetto della propria cucina oggi è possibile: basta installare un depuratore d’acqua a uso domestico.

L’impianto viene posizionato direttamente sotto-zoccolo o sovra-banco, in base allo spazio a disposizione in cucina.

L’installazione non comporta lavori di muratura, ma deve essere realizzata da personale qualificato per creare dei collegamenti a cui si deve prestare la massima attenzione.

L’acqua frizzante è molto apprezzata da un numero sempre maggiore di persone grazie alla sua azione dissetante dovuta alla presenza delle bollicine, che sollecitano il palato e stimolano i ricettori del gusto.

È preferibile bere acqua liscia oppure gassata?

L’aggiunta di CO2 non determina effetti negativi sul benessere del corpo. Anzi, se assorbita nelle giuste quantità, questo tipo di acqua offre il supporto di calcio e di sali minerali necessari al benessere dell’organismo.

Bere acqua frizzante fa bene specialmente se arriva dal rubinetto e viene purificata attraverso l’osmosi inversa. Ecco alcuni benefici:

Riduzione della spesa sul bilancio famigliare: non sarà più necessario acquistare le pesanti casse d’acqua al supermercato;

Rispetto dell’ambiente: si creano meno rifiuti plastici, fonte principale di inquinamento;

Aiuta la digestione: il contenuto leggermente acido, dovuto alle molecole di anidride carbonica, interviene in modo diretto a stimolare le mucose dello stomaco, offrendo una valida protezione prima di ogni pasto.

l’acqua frizzante e la digestione

l'acqua frizzante e la digestione

Azione idratante e dissetante: l’anidride carbonica interviene sui recettori del gusto, con una maggiore sensazione di freschezza sul palato, portando subito a una sensazione di freschezza.

Acqualife dispone di differenti impianti che propongono anche l’acqua frizzante e permettono di scegliere il tipo di gasatura più adeguato. Scoprili nella sezione dedicata dell’app.

Residuo fisso acqua che cos’è e qual è l’impatto sulla salute

Il residuo fisso nell'acqua

Il residuo fisso rappresenta la quantità di oligoelementi e sali minerali disciolti nell’acqua.

L’analisi viene effettuata al termine dei processi d’evaporazione ed essiccamento, a una temperatura di 180°C.

Il campione esaminato (di solito pari a 1 litro) viene precedentemente filtrato, al fine di eliminare eventuali sospensioni. Ciò che resta viene misurato e il risultato trovato è espresso in milligrammi per litro. Il residuo fisso, dunque, consente di identificare le acque povere di sali da quelle ricche.

Il Decreto Legislativo 31 del 2011 definisce in modo esaustivo le regole inerenti la qualità dell’acqua distribuita tramite la rete idrica dell’acquedotto e destinata al consumo umano, fissando il valore massimo consentito del residuo fisso a 1500mg/l.

In base al valore di questo parametro si definiscono perciò diverse tipologie di acqua:

  • Minimamente mineralizzata (residuo inferiore a 50 mg/L): si tratta di un’acqua povera di sali e altamente digeribile, l’ideale anche per i neonati.
  • Oligominerale o leggermente mineralizzata (residuo compreso tra 50 e 500 mg/L): fornisce un buon apporto di sali minerali.
  • Minerale (valore compreso tra 501 e 1500 mg/L): è perfetta per le persone anziane e i soggetti che praticano attività fisica.

I valori del residuo fisso

Un alto residuo fisso, in linea generale, non nuoce alla salute ma ogni individuo deve sempre scegliere l’acqua sulla base delle proprie esigenze e del proprio stile di vita.

Esistono, per esempio, alcune limitazioni per i soggetti affetti da calcolosi renale e ipertensione arteriosa.

I primi devono, infatti, prediligere acque povere di sali perché queste stimolano la diuresi. Queste sono povere di sodio e sono quindi perfette per le persone ipertese che notoriamente devono privilegiare un regime alimentare iposodico.

Residui fissi elevati nell’acqua possono, inoltre, influire sulla salute degli organi deputati all’eliminazione di scorie e tossine.

Un’acqua con un alto tenore di sali è, invece, l’ideale per tutti coloro che si dedicano a un’attività sportiva: una maggiore mineralizzazione consente di recuperare quanto perso nel corso dell’allenamento.

Il residuo fisso nell’acqua del rubinetto è notoriamente ingente, ma fortunatamente può essere ridotto tramite l’osmosi inversa con i dispositivi di Acqualife.

Il prodotto finale è leggero, ma soprattutto privo di batteri e virus, con una riduzione del 99% delle sostanze disciolte.

Questo trattamento è completamente naturale, non altera la struttura dell’acqua e può essere regolato a piacimento al fine di avere la concentrazione desiderata di minerali.

Le scorie vengono eliminate e l’acqua che esce dal rubinetto è di alta qualità.

L’acqua condominiale: distribuzione e qualità

Tra le tante voci da tenere sotto controllo nel bilancio del condominio, quella dell’acqua è molto importante.

Dalla ripartizione delle bollette secondo consumi o millesimi, alla lettura dei contatori, fino ai problemi legati alla rottura di tubature e alla mancanza di pressione, i fattori da tenere in considerazione sono molteplici.

Ogni condominio deve essere dotato di un contatore centralizzato, capace di registrare i consumi di ogni unità immobiliare, in alternativa, ogni appartamento deve possedere il proprio contatore.

Questo perché le spese legate al consumo acqua devono essere ripartite tra i singoli condomini.

Ma com’è l’acqua che arriva nelle nostre case?
L’acqua che arriva all’interno delle abitazioni è di qualità, poiché controllata scrupolosamente negli acquedotti comunali e nel suo percorso per raggiungere i diversi edifici cittadini.

Quando viene immessa nel sistema di tubature condominiali, però, potrebbe venire in contatto con sostanze indesiderate, a causa dell’usura delle condutture, o altre problematiche.

Ecco perché è importante eseguire controlli periodici sullo stato delle tubature condominiali ed effettuare interventi risolutivi le cui spese verranno ripartite secondo millesimi tra tutti i condomini.

Tenendo sotto controllo gli impianti condominiali, l’acqua del rubinetto manterrà le stesse proprietà di quella rilasciata dall’acquedotto comunale.

Saranno poi i singoli nuclei familiari a decidere se implementarla e renderla pura.

Infatti, nonostante l’acqua che arriva nelle nostre case sia di buona qualità, il consiglio è quello di effettuare dei test dell’acqua gratuito come quelli offerti da Acqualife, per valutarne durezza e residuo fisso, conducibilità e il ph.

Grazie ai depuratori acqua domestici è possibile migliorare la qualità dell’acqua proveniente dall’acquedotto, rendendola leggera, inodore e depurandola da sostanze indesiderate.

Attraverso speciali filtri e membrane, le tracce di batteri e metalli pesanti scompariranno e si potrà bere e cucinare utilizzando l’acqua del rubinetto in completa spiensieratezza.

 

L’inquinamento plastico in Italia, qual è la situazione?

L’Italia, che si affaccia per la gran parte dei suoi confini sul Mar Mediterraneo, è uno dei peggiori inquinatori d’Europa ed è il secondo Paese produttore di rifiuti plastici del continente.

I numeri forniti dal WWF sono molto precisi: ogni anno la nazione riversa in natura 0,5 milioni di tonnellate di rifiuti plastici e ne produce allo stesso tempo 4 milioni di tonnellate.

Il flusso turistico porta a un’incremento del 30% nella produzione di rifiuti plastici, soprattutto nei mesi estivi.

Oltre a essere causa del problema diventa anche parte lesa poiché i rifiuti abbandonati compromettono la salute di mari e spiagge.

L’inquinamento da plastica, dunque, è un problema da non sottovalutare e comprenderne l’entità è il primo passo per intraprendere delle azioni risolutive. Nell’ultimo anno, il programma per l’ambiente delle Nazioni Unite (Unep) ha segnalato nero su bianco la strada da seguire per ridurre dell’80% l’inquinamento da plastica entro il 2040.

Tra i punti presi in considerazione vi è quello di eliminare dal commercio tutti gli imballi che non rientrano nel sistema di riciclaggio.

Il cambiamento si basa sostanzialmente su 3 punti fonfamentali: riutilizzo, riciclo e sostituzione.

Nel suo piccolo ogni singolo individuo può adottare dei comportamenti virtuosi che permettono di ridurre la plastica come per esempio:

  • Riutilizzare più volte i sacchetti
  • Comprare detersivi sfusi utilizzando lo stesso contenitore
  • Prediligere gli alimenti freschi e non confezionati
  • Utilizzare le bottiglie di vetro

L’Italia sta adottando diverse iniziative per far fronte al problema dalla plastica. Dal divieto della produzione di sacchetti di plastica non biodegradabili, nel 2020 è stata eliminata ogni traccia di microplastiche nei cosmetici e nel 2019 bannata la vendita di bastoncini cotonati non biodegradabili (che rappresentano l’8% dei rifiuti delle spiagge).

Si tratta di primi passi per raggiungere gli obiettivi prefissati nel 2040 e figurare, finalmente, tra i paesi più virtuosi dell’Unione Europea in tema di riciclo.